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TEORIA DELL'ALLENAMENTO


L’allenamento costituisce per l’organismo uno stimolo stressogeno al quale il corpo risponde, cercando di adattarsi; l’obiettivo dell’adatta­mento è quello di permettere al nostro organismo di rispondere in fu­turo allo stesso stress in modo automatico ed efficiente, migliorando la performance complessiva.

Il raggiungimento di questa condizione ottimale di adattamento, tut­tavia, non si basa sul solo allenamento ma richiede la compartecipazio­ne di una corretta alimentazione e di un adeguato recupero, tre elementi che solo cooperando in modo sinergico permetteranno di trarre il mag­gior beneficio.

In seguito a una seduta di allenamento, si realizzano due fasi:

  • fase di recupero: l’organismo reagisce allo stress, cercando di ripristi­nare l’omeostasi antecedente allo stimolo (riparazione dei danni, ripri­stino delle riserve energetiche, ecc.);

  • fase di supercompensazione: subito dopo la fase di recupero, l’or­ganismo si adatta predisponendo le modifiche atte a rispondere allo stesso stimolo in modo più efficiente, ossia aumentando le riserve di sostanze bioenergetiche, apportando cambiamenti strutturali nei muscoli e negli altri tessuti e migliorando l’efficienza e i tassi di sviluppo bioenergetico e neuromuscolare.

Imparare molti elementi del calisthenics non solo richiede un livello di forza di base, ma anche l’acquisizione di schemi motori altamente specifici che rientreranno nella preparazione fisica specifica. Infine, è opportuno segnalare quali sono i principi fon­damentali dell’allenamento, ovvero:

  • sovraccarico e gradualità: rappresentano la necessità di incrementa­re progressivamente l’entità del carico di lavoro;

  • specificità: lo stimolo allenante deve essere scelto in base all’obietti­vo che si vuole raggiungere;

  • individualizzazione: la capacità di risposta dell’organismo alle dif­ferenti metodologie è influenzato da innumerevoli fattori (genetici, ambientali, pregresso sportivo, ecc.), pertanto una corretta program­mazione dovrà modularsi sulla base delle caratteristiche individuali;

  • recupero: fondamentale affinché si attui una fase di supercompensa­zione e quindi di reale adattamento e incremento della performance;

  • regolarità dell’allenamento e costanza.

L’inizio dell’allenamento: il riscaldamento

Nell’ambito dell’esercizio fisico, con il termine riscaldamento si indicano le metodologie utilizzate per predisporre l’organismo ad affrontare al me­glio una sessione di allenamento. Si possono distinguere due principali tipologie di riscaldamento: generale e specifico.

Nel riscaldamento generale, uno dei principali obiettivi è quello di aumentare la temperatura corporea mediante la contrazione volontaria dei muscoli scheletrici. Un aumento di temperatura dell’ambiente cellula­re accelera infatti le reazioni biochimiche e migliora la funzionalità delle componenti elastiche e fluide del sistema locomotore.

Il riscaldamento generale, la cui durata media è orientativamente di una decina di minuti, deve coinvolgere tutti i principali distretti muscola­ri ed essere caratterizzato da esecuzioni svolte con un aumento graduale di intensità, velocità (da bassa a moderata) e ampiezza (flessibilità attiva e passiva).

I vantaggi di questa metodologia sono:

  1. Possibilità di verificare lo stato di tutto l’apparato muscolo-scheletrico

  2. Possibilità di sfruttare la fase dell’alle­namento destinata al riscaldamento per l’acquisizione o il perfezio­namento della tecnica esecutiva degli esercizi che saranno utilizzati nell’allenamento della forza, razionalizzando in tal modo il tempo a disposizione per ogni seduta.

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